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Se con la globalizzazione, le economie nazionali sono sempre più interconnesse le une alle altre, è anche vero che l’apertura dei mercati e lo sviluppo del commercio mondiale hanno permesso alle organizzazioni criminali di fare massicci investimenti nell’economia legale, laddove le condizioni risultano più favorevoli.

La Terra dei Fuochi non è solo in Campania; la Lombardia ha il suo quadrilatero della morte. Il settore è quello delle cave, del movimento terra e dello smaltimento dei rifiuti, divenuto per i clan mafiosi, un succulento business. Ma la criminalità organizzata da sola non avrebbe mai fatto tutto questo. “La forza della mafia è fuori dalla mafia”; ricordiamo allora i nomi di imprenditori, amministratori, politici, geometri, architetti e tecnici.

Per decenni i clan di camorra hanno avuto il coraggio di smaltire, versare e bruciare rifiuti speciali nelle terre della Campania Felix; per anni hanno avuto il coraggio di avvelenare le campagne, i suoi frutti e le generazioni future. E i cittadini? I cittadini distratti, come in molte parti d’Italia, per anni hanno smesso di essere attente sentinelle del proprio territorio; hanno chiuso gli occhi, girato la faccia, accettato soldi, venduto i terreni, sposato i figli. Oggi qualcosa si sta muovendo.

Per anni lo si è negato ma le organizzazioni di stampo mafioso, camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra sono presenti in tutte le regioni italiane: divorano l’economia, monopolizzano i mercati, scoraggiano la concorrenza ma soprattutto privano i cittadini della propria libertà. Un dibattito per parlare dell'antimafia oggi.

In alcuni territori del nord come del sud – caratterizzati da una forte presenza del fenomeno mafioso – c'è una trasmissione di valori distorta, in cui la “fimmina” è costantemente reietta e discriminata, in cui la vendetta è l’azione obbligatoria per la riappropriazione del rispetto e l’uso della violenza è indispensabile per la conservazione del proprio onore. Questo il caso di Corigliano Calabro

La nave della legalità e l'arrivo degli studenti da tutta Italia per la commemorazione della strage di Capaci. Quasi 7000 studenti palermitani hanno accolto le due navi giunte al porto simultaneamente, una da Civitavecchia e una da Napoli, srotolando le immagini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.