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“Quando andiamo in Italia?”. A domandarlo è Hussein, un bimbo siriano di sei anni con gli occhi vispi e allegri. Da due anni e mezzo vive all’interno di un garage alla periferia di Tripoli con la mamma, il papà e la sorellina, affetta dal retinoblastoma, una rara forma di tumore che colpisce la retina.

Negli ultimi anni, quasi 800 mila bambini siriani hanno cercato rifugio con le loro famiglie in Libano, secondo il rapporto pubblicato da Unicef ad agosto 2015. C’è chi è nato nel paese dei cedri, chi ci è arrivato molto piccolo e chi ha qualche in anno in più. Ma quando chiedi loro “di dove sei”, molto spesso non ricordano né da dove arrivano né com’era il proprio paese prima della guerra.

E’ questo l’effetto perverso delle politiche migratorie vigenti oggi nei paesi membri dell’Unione Europea. Mettere nelle mani dei trafficanti persone vulnerabili costrette a spendere i propri risparmi e a rischiare la vita, facendo di fatto arricchire le organizzazioni criminali specializzate nello smuggling e nel trafficking.